Anche piccole cose abbattono l’ostilità del male, dell’ospedale e dei carichi da sostenere.
Equivale a valorizzare tutto ciò che c’è di disponibile in quella Persona.
Non significa illudere ma dare quel coraggio che serve quando si è pieni di dolore.
Un’ottica condivisa del futuro diventa più sostenibile per la persona.
Le persone si aspettano accudimento accanto alle terapie.
Se non avessimo questa speranza tutta la fiducia in noi sparirebbe.
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Non sappiamo niente della durata della nostra vita, neppure quando abbiamo una malattia importante. Meglio non vivere con il conto alla rovescia innescato.
C’è sempre qualcosa da fare e nei momenti più bui anche il lenire i “dolori” è una grande cura per la Persona.
Una parola come molte altre, che fa paura ma che non deve diventare impronunciabile.
È un ostacolo e non deve essere uno spettro.
Quasi ogni famiglia lo affronta e ciascuno trova il proprio modo per curarsi.